Simon Laureyns/Bergamo, Memory Lane 1, Immigrant Song
Bergamo, 2017, tessuto di tenda su telaio in alluminio, 190×280 cm.
Memory Lane 1, 2016, oggetto di uso urbano incidentato, pietra di pavimentazione, 100x100x45 cm.
Immigrant Song, 2017, tessuto di tenda su telaio in alluminio, 170×190 cm.
Courtesy A+B Gallery Brescia e Simon Laureyns.
Memory Lane di Simon Laureyns è una serie di oggetti in forma di scultura prelevati dall’artista dalle strade di Ghent, dove vive.
Sono elementi urbani, utili a legare le tante biciclette che popolano la città belga. Nel caso di un incidente stradale che ne altera irrimediabilmente forma e funzione, essi vengono prima segnalati con del colore e quindi rimossi per essere sostituiti. Laureyns li preleva al posto dell’autorità competente e restituisce loro, attraverso l’esposizione, un valore documentario. Pur permettendo il processo di restauro urbano infatti, interrompe quel fenomeno che i latini chiamavano damnatio memoriae, in ironica opposizione a un atteggiamento che in nome dell’ordine vieta a certe espressioni del reale di esplicare un valore storico perché la loro presenza risulta fastidiosa per il precario gusto costituito.
La pratica in studio e la pratica del mondo sono momenti che restano distinti, ma che si influenzano incessantemente. Un rapporto che è anche quello tra l’artista e la definizione di uno spazio per l’immagine.
(Gabriele Tosi).
Simon Laureyns è un osservatore. La sua vita si svolge innanzitutto fuori dallo studio, in mezzo a quanto accade nella sua città, Ghent.
La sua pratica artistica vede nel processo di gestazione mentale e ideativo l’elemento principale.
Le opere nascono dall’incontro dei materiali selezionati, che sono già parte del paesaggio urbano. E’ il caso della serie dei Bilboard painting, pooltable painting e delle sculture, così come per i Tent painting, esposti in Fuocoapaesaggio per la prima volta in assoluto.
Ognuno di questi progetti è caratterizzato dal prelievo di un oggetto dal suo luogo di origine -il luogo cosiddetto funzionale- e dalla sua ricollocazione in un altro contesto: quello artistico.
Con i Tent painting, ossia quadri eseguiti con tende da campeggio usate e intelaiate nelle porzioni individuate dalla propria sintetica sensibilità compositiva e pittorica, l’artista pone l’accento sul momento in cui l’uomo, condizionato dalla sua stessa organizzazione sociale, ha deciso di abbandonare il nomadismo, e quindi una vita legata alla stagionalità della natura, per diventare sedentario, disciplinando le proprie inclinazioni secondo una serie di regole precise alle quali volontariamente decide di sottostare.
opere in:
Fuocoapaesaggio
a cura di Gianluca D’Incà Levis e Giovanna Repetto
Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (Bl)
20 maggio – 30 settembre 2017
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